Le dure accuse dal Consiglio d’Europa sulla presunta profilazione razziale nelle forze di polizia italiane sono accuse ideologiche e infondate che delegittimano chi ogni giorno serve lo Stato con onore
di Mario Tritto
L’Associazione Poliziotti Italiani esprime profondo sconcerto e ferma contrarietà alle dichiarazioni rilasciate dal presidente e dalla vicepresidente della Commissione europea contro il razzismo e l’intolleranza (ECRI), che hanno evocato la necessità di uno studio indipendente sul presunto fenomeno della “profilazione razziale” all’interno delle forze di polizia italiane. Un’accusa tanto grave quanto infondata, che mette gratuitamente sotto accusa un intero corpo dello Stato, screditandone il lavoro quotidiano, la professionalità e il sacrificio.
È inaccettabile che un organismo europeo, peraltro finanziato anche con fondi pubblici italiani, si permetta di lanciare accuse generiche e prive di fondamento concreto, delegittimando chi ogni giorno garantisce la sicurezza dei cittadini — spesso a costo della propria incolumità — in un contesto sociale sempre più difficile e complesso.
Parlare di “profilazione razziale” senza dati verificabili, senza distinguere tra casi isolati e comportamenti sistemici, significa abbracciare una narrazione ideologica che nulla ha a che fare con un’analisi seria e obiettiva. Non si può criminalizzare l’intero operato delle Forze dell’Ordine sulla base di percezioni, insinuazioni o confronti arbitrari con altri Paesi. Non si può sorvolare sul fatto che molte delle operazioni di controllo sul territorio avvengono in contesti ad alto rischio, spesso a tutela proprio delle fasce più deboli della popolazione, senza distinzione di etnia o provenienza.
Le donne e gli uomini in divisa operano nel rispetto delle leggi, ispirati dai principi della Costituzione, e sono sottoposti a una pluralità di meccanismi di controllo e responsabilità, sia interni che esterni. Accostarli con leggerezza a pratiche discriminatorie significa offendere la loro dignità, infangare la loro reputazione e minare la fiducia dei cittadini nelle istituzioni democratiche.
Accogliamo con favore l’intervento del Presidente della Repubblica, che ha prontamente riconfermato la stima e la fiducia nelle Forze dell’Ordine. È un segnale importante, che difende non solo chi indossa l’uniforme, ma anche il principio di equità e il rispetto reciproco su cui si fonda la convivenza civile.
Se davvero si vuole contribuire a migliorare la qualità del servizio pubblico di sicurezza, si inizi col riconoscere e valorizzare gli sforzi che ogni giorno le Forze dell’Ordine compiono per proteggere tutti i cittadini, nessuno escluso. E si smetta di utilizzare il tema del razzismo come arma retorica per alimentare sfiducia e divisioni.
Comunicato stampa